The Love Trainer pt6: la teoria dell’attaccamento nella scelta del partner



Con The Love Trainer, la Dottoressa Anna Gallucci, Psicologa clinica e Psicoterapeuta Analitico Transazionale in formazione, ci svela costantemente le ragioni, le cure, i perché e i se dei pericoli e delle patologie amorose, dagli affetti smisurati alle gelosie, dal mal d’amore alle conseguenze sul sesso.

Dal modello teorico alla realtà: come mai un partner piuttosto che un altro?
Lo spiega la Dott.ssa Gallucci.

Spiegavamo venerdì scorso come nella relazione con il partner ognuno di noi porti una propria precisa modalità, uno schema, un modello di come quella relazione sarà e di cosa ci aspettiamo da essa.
Questo “schema” lo abbiamo imparato nel corso della nostra storia personale e lo riproponiamo in maniera abbastanza sistematica nelle nostre relazioni intime.

E’ uno “schema” che ricalca in linea generale quello che abbiamo sperimentato nel corso delle nostre primissime relazioni significative, ovvero quelle con i nostri genitori.
E’ l’esperienza del nostro primo amore, quello con nostra madre o con chi si è preso cura di noi, che ci imprime nella mente un’idea di cosa ci dovremo aspettare dalle relazioni importanti.
Con quell’idea in testa noi ci muoveremo nel mondo e cercheremo storie e relazioni che possano consentirci di ritrovare quel modello.

Se ho appreso nel corso della mia esperienza personale che in una relazione significativa c’è da aspettarsi soprusi e angherie è molto probabile che, nonostante le sofferenze che provo nel subire soprusi, io selezionerò come partner qualcuno che mi faccia soffrire.
Molto probabilmente, un partner dolce e affettuoso che porta nella relazione uno “schema” diverso dal mio, ovvero uno schema orientato alla cura e all’accudimento, mi sembrerà noioso e poco interessante.

E’ evidente quindi che un criterio che ci guida nella scelta del nostro compagno o della nostra compagna è l’aderenza del partner al nostro “schema” di relazione e la possibilità che quel partner ci da di replicare quello schema.
Solo così in effetti possiamo ri-confermare, anche se inconsapevolmente, la concezione che abbiamo di noi stessi e di come “dev’essere una relazione”.

Non esistono dunque modalità giuste o sbagliate ma solo modalità vissute, le uniche di cui abbiamo avuto esperienza e che, nella sofferenza o nella gioia, ci hanno permesso di sopravvivere e per questo sono state funzionali.

Ma se le nostre relazioni ci fanno soffrire… e se ci accorgiamo che probabilmente mettiamo in atto dei meccanismi disfunzionali che rendono malato un rapporto… o meglio ancora se ci rendiamo conto che spesso siamo inclini ad incontrare partner poco affidabili, offensivi ed imprevedibili…allora forse è il caso di farsi una semplice ma profonda domanda “perché?”…
Con il coraggio e la forza di indagare il proprio passato relazionale si conquista una nuova consapevolezza, una rinascita, una straordinaria voglia di amare ma soprattutto di essere amati.

Dr.ssa Anna Gallucci
Psicologa clinica e Psicoterapeuta Analitico Transazionale in formazione
Albo Psicologi del Veneto n. 7901
mail: anna.gallucci@ordinepsicologiveneto.it

 

Categoria: Psicologia

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