Sweet&Wet: “L’Aspettativa” – capitolo 2
Ilaria Rebecchi | Mar 19, 2015 | Commenti 0
I Diari di Casanova vi presenta in esclusiva Sweet&Wet e il suo secondo racconto erotico “L’Aspettativa”, in anteprima
Sweet&Wet vive e lavora in una città media, di medie dimensioni, portici e tradizioni.
Il suo è un lavoro come un altro, in un ufficio come un altro. Quando la sera Sweet&Wet esce dal lavoro corre a casa, prepara la cena e trascorre il tempo con il marito e con il cane. E’ un’ottima cuoca, le piace sperimentare e abbonda con le spezie.
Sweet&Wet compra e legge montagne di libri, appunta citazioni, scrive continuamente e chiude nel cassetto le sue storie.
Se la incroci per la strada, Sweet&Wet ti osserva, ti scruta.
Ha già in mente un racconto per te. E abbonderà con le spezie anche in questo caso.
©Sweet&Wet
Ufficio stampa
Carlo Dutto
carlodutto@hotmail.it
Il giorno in cui Lorenzo aveva proposto, in vista di una riunione di lavoro in zona, un incontro in questa città anonima, qualche ora finalmente insieme, a fare realmente ciò che da settimane facevano al telefono – sesso – Luisa aveva detto di sì esultante, trionfante. Non avrebbe potuto reggere oltre la passione che provava per quest’uomo che prima di allora aveva visto una volta sola, il bisogno di averlo, il bisogno di lui.
Il bisogno di essere sua concretamente, fisicamente, e non solo attraverso l’immaginazione.
Era iniziata per caso tra loro, tempo prima.
Una conversazione qualsiasi, una delle tante tra loro, cominciata in modo qualsiasi. Lei non avrebbe saputo dire come o perché durante quella conversazione in particolare si fosse ritrovata a un tratto appoggiata al mobile della cucina, nell’angolo dei fornelli, dove l’appoggio era quasi comodo, accogliente, gli occhi chiusi, stretti. La mano tra le gambe, la voce di lui nell’auricolare che le sussurrava cosa le avrebbe fatto, dove avrebbe passato le sue mani e la sua lingua e come l’avrebbe baciata e assaggiata e annusata e gustata.
Non avrebbe saputo dirlo ma era lì che si era trovata quel giorno, e tra le sue gambe si era trovata la sua mano, e le onde di desiderio che l’avevano sommersa improvvisamente erano state del tutto inaspettate e forse per questo tanto travolgenti.
Fino a quel giorno tra loro si era trattato di una cosa quasi innocente, di un gioco più o meno velato nel quale nessuno dei due si era ancora esposto del tutto, nel quale parole e frasi sfioravano spesso il doppio senso ma senza trovare il coraggio di esporsi completamente.
I complimenti tra loro erano buttati nella conversazione sempre come per caso, scherzi lusinghieri che in fondo, se proprio ti diceva male, questo erano e nulla più: scherzi.
Si sentivano spesso al telefono senza una ragione particolare, avevano iniziato a farlo anche in orario extra lavoro senza mai chiarire quanto bizzarro o insolito questo fosse. Chiacchieravano del più e del meno, scherzavano. Concludevano le telefonate salutandosi con una mezza presa in giro:
“Ciao gnocca!” le diceva Lorenzo.
“Ciao bono!” ricambiava Luisa.
Ma mano a mano il tiramolla tra loro si era fatto più audace, più esplicito. Le parole tra loro si rincorrevano al telefono e loro ridevano e giocavano e si stuzzicavano e tutto il tempo, tutto il tempo erano entrambi consci di quanto i propri sessi avessero iniziato a pulsare di desiderio, di desiderio represso e acuito dalla forzata lontananza. Dal ricordo che avevano l’uno dell’altra, dall’immaginazione che improvvisamente si scatenava nell’impossibilità del contatto.
Si erano visti una volta sola. Una volta sola mesi e mesi prima, e tra loro era scoccata una scintilla che le circostanze dell’incontro avevano per forza sopito. Una riunione di lavoro, a livello nazionale. Una cena formale alla quale tutta l’azienda aveva dovuto partecipare, ognuna delle impiegate a un tavolo diverso, ognuna tenuta a una conversazione amichevole e brillante con gli agenti che erano convenuti in sede da tutta Italia. Luisa era finita per puro caso seduta accanto a Lorenzo, avevano chiacchierato tutta la sera e si erano studiati di sottecchi, cauti di fronte ai colleghi e ai capi, piacevolmente colpiti e perfettamente in sintonia l’uno con l’altra. Un colpo di fulmine, una chimica immediata.
Ma il flirt di quella cena era stato inconcludente, fine a sé stesso in quanto la serata si sarebbe conclusa con una presentazione aziendale e la mattina successiva gli agenti sarebbero ripartiti, ognuno verso casa.
Continua martedì prossimo!!!
Info sull'autore: Direttore Responsabile art journalist & more