Sexting: condividere scatti osé, perchè?

 


Scatti hard condivisi sui social network, mail piccanti, mms azzardati: è la nuova moda.
Ma cosa nasconde?

Negli Stati Uniti questa tecnologia di condivisione ha trovato la deriva del “sexting”, dove l’osé è immortalato e subito inviato e/o condiviso, per una maggiore popolarità (come fanno molti vip nostrani ed internazionali) e per una crescente accettazione da parte del prossimo, e non a caso questo fenomeno è ancor più accentuato tra i più giovani.
Un adolescente su tre sembra dedito a questa pratica e, dato che tra il “fotografare” e conseguentemente diventa sessualmente attivo molto precocemente, quasi a tracciare una linea di connessione diretta tra il mondo virtuale e quello reale, nascondendo però talora gravi margini di pericolo tra pedofilia e abuso.

Valentina D’Urso, docente di psicologia generale esperta di comportamenti dell’adolescenza all’Università di Padova, spiega:
Un insieme di ricerche ha stabilito che tra i 14 e i 19 anni meno del 30% dei ragazzi ha avuto rapporti sessuali. Chi fa del sexting ha invece rapporti in 2 casi su 3. Perciò i ragazzi che mandano foto sexy hanno più probabilità di avere rapporti completi, ma questo non deve far paura. La precocità nei rapporti sessuali può essere legata all’ambiente sociale e svilupparsi come una moda. Ma tutta la nostra società enfatizza la sessualità, e i giovani sono bombardati di messaggi sexy”.

Il consiglio– continua la Dottoressa D’Urso – è di stare vicino ai figli, non drammatizzare una cosa come questa, né legarla a una punizione tirando in ballo la moralità. Per loro è poco più di un nuovo gioco e la cosa importante è verificare che queste immagini non finiscano a persone adulte. Se invece resta uno scambio erotico tra coetanei non serve preoccuparsi: la sessualità è parte naturale del loro sviluppo”.

Questi fenomeni hanno aspetti psicologici potenzialmente negativi, come l’enfatizzazione del narcisismo e la tendenza alla promiscuità, superabili con la vicinanza di un genitore, ma ci sono anche aspetti positivi. Ad esempio, la maggiore libertà di vivere e l’identificarsi con il proprio corpo, cosa che limita l’insorgere di problemi gravi come l’anoressia, la bulimia o la dismorfia”.

Categoria: Psicologia

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