Pompei erotica: l’eros nell’antichità
Ilaria Rebecchi | Mag 14, 2013 | Commenti 0
Il mestiere più antico del mondo era fortemente sfruttato come grossa fonte di guadagno fin dai tempi dell’antica Roma, quando molte schiave venivano utilizzate come meretrici per soldati, politici e ricchi. È quanto affermato dall’archeologo Pietro Giovanni Guzzo in una recente intervista a Il Sole 24 Ore:
«L’idea comune di ciò che erano il sesso e la prostituzione è inquinata da troppi falsi miti, nati dopo il 1748, a seguito delle prime scoperte archeologiche nell’area vesuviana. Abbiamo letto troppa cattiva letteratura e visto tanto pessimo cinema così che abbiamo finito di immaginarci l’antica Roma come una specie di baccanale permanente, dove la preoccupazione generale era la soddisfazione dei piaceri carnali. E si tralasciano gli aspetti più importanti del problema. Pochi sanno che l’approccio alla prostituzione da parte delle famiglie più ricche era prima di tutto economico. Potremmo quasi dire manageriale».
Guzzo e lo storico del diritto romano Vincenzo Scarano Ussani, hanno scritto il saggio «Ex corpore lucrum facere: la prostituzione nell’antica Pompei», per L’Erma di Bretschneider.
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