“Il Ventaglio” per la regia di Michieletto: Goldoni, amore moderno ed erotismo
Ilaria Rebecchi | Feb 27, 2013 | Commenti 0
Un brillante appuntamento nella Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Vicenza; in cartellonesabato 2e domenica 3 marzo alle 20.45 Il Ventaglio di Carlo Goldoni, nella versione moderna diretta dal giovanee talentuoso registaDamiano Michieletto, una nuovaproduzione del Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” e Teatri e Umanesimo Latino SpA, spettacolo che ha debuttato al Teatro Toniolo di Mestre nel gennaio scorso.
In scena un gruppo di dodici giovani attori selezionati dopo circa 90 provini e, per 20 di loro, dopo un laboratorio con il regista durato 5 giorni. Una nuova modalità di casting basata dunque esclusivamente sul merito. I loro nomi: Alessandro Albertin, Silvio Barbiero, Daniele Bonaiuti, Katiuscia Bonato, Giulia Briata, Nicola Ciaffoni, Emanuele Fortunati, Matteo Fresch, Manuela Massimi, Giuseppe Nitti, Silvia Paoli, Pierdomenico Simone.
Il ventaglio è uno dei capolavori di Carlo Goldoni, che segna il ritorno agli equivoci e ai colpi di scena della Commedia dell’Arte, soprattutto al suo ritmo e al vorticoso avvicendarsi delle situazioni. Commedia d’insieme, ma non senza caratterizzazioni dalla forte personalità, racconta la vicenda di Candida che parlando con l’amato Evaristo al balcone, lascia cadere il ventaglio che va in pezzi. Evaristo allora, compra un ventaglio dalla merciaia Susanna e lo consegna alla contadina Giannina perché lo rechi a Candida come suo dono, per sostituirlo con quello infranto. Ma il ventaglio sembra dotato di una vitalità propria, tanto da creare un indiavolato e vivissimo intreccio, in cui quattro donne sono impegnatissime col loro cicaleccio e con un garbato pettegolezzo, a rendere complicatissima una vicenda in sé assai semplice. Nascono una serie inevitabile di equivoci: il Calzolaio Crespino e l’Oste Coronato, innamorato di Giannina, smaniano perché temono che Evaristo sia un loro rivale. Candida offende Giannina e, per vendicarsi di Evaristo, promette la propria mano al Barone del Cedro, che gliela chiede per mano del Conte di Rocca Marina, nobile spiantato e presuntuoso. Il ventaglio passa così di mano in mano imbrogliando la matassa, alla fine dipanata con la pace fra Candida e Evaristo e il fidanzamento di Giannina e Crispino. Ma il ventaglio come simbolo dello svelamento di se stessi nell’eterno gioco dell’amore è il vero protagonista di questa commedia.
Quello che Michieletto mettein scena è un Goldoni innovativo e dirompente, in un ambiente minimale e postmoderno in cui gli attori scrivono su una lavagna bianca sullo sfondo frasi del testo originale o tracciano la mappa dei rapporti amorosi tra gli interpreti; fil rouge della loro interpretazione, tutti rigorosamente in abiti moderni, la forza creativa condotta con maestria dal regista che sposta l’attenzione di situazione in situazione con continue invenzioni sceniche sostenute dalla colonna sonora contemporanea (da Amy Winehouse a Lou Reed).Le scene dello spettacolo sono di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti, il disegno luci di Alessandro Carletti.Una rilettura del testo che è invenzione e desiderio di comunicare con il mondo di oggi.
“Ho fatto una commedia di molte scene brevi, frizzanti, animate da una perpetua azione, da un movimento continuo. Vi vorrà una quantità grande di prove, vi vorrà pazienza e fatica ma vuò vedere se mi riesce di far colpo con questo metodo nuovo“. Così Goldoni presenta Il Ventaglio.
Mi piace questo testo perché è una storia d’amore sospesa nel tempo e nello spazio: non è collocata da Goldoni in uno spazio preciso, e non ci sono elementi sociali che forzano i personaggi in una determinata cornice storica. Tutto questo mi affascina perché lascia libera l’immaginazione, degli interpreti prima e dello spettatore poi. Mi piace perché dà la possibilità di lavorare con gli attori mettendo l’accento su una recitazione fisica, per inventare personaggi che invece nella scrittura sono ritratti molto rapidamente. Mi piace perché è una scrittura basata esclusivamente sul ritmo, capace di sintetizzare queste maschere umane in un microcosmo di relazioni tutte legate assieme – segnala Damiano Michieletto nelle sue note di regia – In questa, che è l’ultima grande commedia corale di Goldoni, tutto avviene per via di un semplice oggetto che passa di mano in mano con un ritmo indiavolato. Questo oggetto è il simbolo dell’erotismo, come fosse una freccia scoccata dall’arco di un Cherubino sbadato, come un Puck di Shakespeare.
Categoria: Eventi • Teatro / Danza
Info sull'autore: Direttore Responsabile art journalist & more