“Crostata Pere e Cioccolato”, capitolo IV: il racconto erotico di Sweet&Wet per I Diari di Casanova

CROSTATA PERE E CIOCCOLATO
di Sweet&Wet

I Diari di Casanova vi presenta in esclusiva Sweet&Wet e il suo racconto erotico “Crostata Pere e Cioccolato”, in anteprima mondiale:
Sweet&Wet vive e lavora in una città media, di medie dimensioni, portici e tradizioni.
Il suo è un lavoro come un altro, in un ufficio come un altro. Quando la sera Sweet&Wet esce dal lavoro corre a casa, prepara la cena e trascorre il tempo con il marito e con il cane. E’ un’ottima cuoca, le piace sperimentare e abbonda con le spezie.
Sweet&Wet compra e legge montagne di libri, appunta citazioni, scrive continuamente e chiude nel cassetto le sue storie.
Se la incroci per la strada, Sweet&Wet ti osserva, ti scruta.
Ha già in mente un racconto per te. E abbonderà con le spezie anche in questo caso.


Capitolo IV

 

Il giorno dell’ombrello, quando lui era uscito, dopo pranzo, pochi minuti prima di lei, si erano salutati con un cenno della mano, e da allora lo facevano ogni giorno.

Un sorriso, un saluto. Gli sguardi palesi.

Il commento sulla crostata di pere era avvenuto qualche giorno dopo. O forse no, si confondeva, qualche giorno prima.

E mentre lei gli apriva la zip della felpa, in macchina, quel giorno, cercando di trovare la sua pelle, armeggiando con la polo, sbottonando a caso un paio di bottoni, la sua mente ritornava a quei pranzi, alla cronologia degli eventi. Aveva una folle voglia di salirgli in braccio, di mettere fine in un minuto alla frenesia che la avvolgeva, finalmente, ma il terrore di sciupare l’attimo la paralizzava, e continuava invece a palpargli la patta dei pantaloni sentendo pulsare sotto la mano un’erezione felice, baldanzosa.

Non si sarebbe spinta oltre. Non se lo sarebbe scopato.

Il giorno in cui lui aveva lasciato cadere il tovagliolo e chinandosi a raccoglierlo le aveva guardato la gamba incrociata sotto al tavolo. La volta in cui lo aveva visto commentare qualcosa a Matteo e sorridere nella sua direzione (Matteo non aveva voluto rivelarle nulla, naturalmente, assolutamente nulla, ma aveva riso complice quando lei aveva chiesto spiegazioni). Il giorno in cui lei era così infuriata per la riunione alla quale aveva appena partecipato in ufficio che non aveva degnato di uno sguardo né lui né le colleghe, e se ne era andata a metà del pranzo a prendere un po’ di sole sul piazzale, e lui salendo in auto le aveva fatto un cenno con la mano. Le era sembrato preoccupato, per lei. Per la sua improvvisa indifferenza.

A poco a poco la cosa si era fatta tanto intrigante che mezz’ora prima della pausa pranzo il cuore cominciava a batterle come un martello. Un giorno si era chiesta se non si fosse mezzo innamorata dello “spasimante”.

Adoro le tue tette” rantolava lui adesso infilando una mano nella coppa del suo reggiseno, cercando di sfilarne una poppa senza slacciarlo, intrufolandosi sotto alla sua gonna beige  e risalendo con lentezza lancinante dal ginocchio agli slip.

Il gioco di sguardi era andato avanti per mesi.

Mesi di sguardi e saluti sempre più aperti. Il pollice della mano di Marco era scivolato finalmente sotto il bordo dei suoi slip, grazie a Dio!, e lei pensava rabbrividendo di aspettativa e incapace di reprimere il piacere al giorno in cui lui, finalmente, le aveva offerto un caffè.

Avevano visto passare le stagioni. L’inverno, la primavera. Il  giaccone nero di lui era diventato un giacchino marrone, e il piumino lungo di lei un cappottino di velluto, e poi un trench, un giubbotto di pelle. Dei guanti non c’era più stato bisogno, ora all’ingresso del bar lei non doveva più preoccuparsi che una folata di vento le scompigliasse il caschetto ordinato. Era passate settimane e mesi, la primavera splendeva azzurra e fresca sull’area industriale e ogni tanto lei si era chiesta se fosse tutto normale, se non fosse folle e se non fosse in fondo preoccupante che lui non si fosse ancora mai fatto avanti per davvero.

A martedì prossimo, curiosi amici…!

©Sweet&Wet

Ufficio stampa
Carlo Dutto
carlodutto@hotmail.it

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