CASANOVA DIARY: Poliamore, l’intervista
Ilaria Rebecchi | Mar 21, 2014 | Commenti 0
Nell’entusiasmante tessuto di relazioni amorose più o meno serie, il Poliamore è senza dubbio quello che più stuzzica fantasie sessuali recondite, riflessioni sociali e psicologiche e persino giudizi da parte dei più.
SI tratta di un movimento nato negli anni ’70 a San Francisco, e si sintetizza con l’“amare più persone nella consapevolezza di tutti”.
Per non farmi mancare nulla ho conosciuto una terna di poliamanti: Lui ama una Lei che ama anche un altro lui, e il primo Lui ama un’altra Lei, nuova del genere.
«Possiamo dire che la nostra è una sorta di non-monogamia», mi racconta il fortunato (diranno i più – ndr) Lui: «quello che il Poliamore rifiuta è che all’interno di una relazione esista l’esclusività. Che si tratti di un amore di lungo termine o anche solo amicale»
Ok ma spiegatemi bene: il sesso dunque?
«E’ tutto molto libero, nel senso che il sesso con più partner ad esempio, non è la condicio sine qua non ci si possa definire poliamorosi, l’importante è riuscire a non limitare la sessualità o l’affettività del partner e di conseguenza non scendere nella menzogna. Il tutto, ovviamente, con il consenso più profondo di ciascun partner coinvolto»
Praticamente, mi spiega la prima Lei, se si esce con un partner gli altri lo devono sapere, e possono fare altrettanto, «c’è bisogno di onestà totale, nel rispetto dei sentimenti di ciascuno dei partner»
E continua: «quante volte si sente di una coppia scoppiata dopo anni di relazione per via di progetti differenti per il futuro, ad esempio nel caso in cui uno dei due membri desideri matrimonio o figli e l’altro sia indeciso? E quante volte poi si scopre che quello dei due che desiderava il progetto presto trova un altro partner e finalizza in fretta il suo scopo? Io credo che sia perché molto spesso si tende a scegliere un progetto più che una persona, e forse maliziosamente verrebbe da dire che tutte le persone potrebbero essere identiche pur di soddisfare il bisogno (o il capriccio) di chi ha un “piano”… Questo è sbagliato perché bisogna scegliere chi vogliamo avere al nostro fianco, e costruire su questo e con questo il nostro progetto. Quindi secondo il Poliamore, più partner più progetti diversi»
Ok è il progetto da mettere in discussione quando lo si crea e quando ci si lascia, ma in tutto questo come ci si relaziona con la gelosia?
A rispondermi è l’altra Lei, new entry del Poliamore: «all’inizio quando Lui mi raccontò che c’era un’altra donna, non ne fui certo felice. La gelosia mi accecava, ma Lui fu capace di farmi capire che non avrei dovuto prendermela con nessuno dei due, semmai conoscere l’altra e intercettare i punti di forza del mio rapporto con Lui, per farne una cosa preziosa. Presto mi sono resa conto di come questo potesse creare tra noi una complicità impensabile fino ad allora, costruita passo passo da una libertà smisurata e leale al contempo»
Intanto Lui aggiunge: «non bisogna cadere nell’errore che le relazioni poliamorose debbano essere meno impegnate o meno durature di quelle monogame. Ci sono matrimoni, convivenze, persino figli, e nel concetto di poliamore coesistono la forma della relazione ed i valori che ne sono a fondamento. E ci sono relazioni aperte che ove è ammesso il sesso casuale e “ricreativo” con altri partner, e quelle polifedeli chiuse di due o più partner, come anche i single poliamorosi , aperti all’eventualità di avere più di un partner»
E chiosa: «il bisogno uccide il desiderio, e se l’amore è un desiderio, come si può desiderare ciò che si ha già? Tante coppie litigano per gelosia e incomprensioni, alternando bisogno e desiderio, e c’è anche questa concezione romantica dell’amore come sofferenza, per cui più si patisce più si ama, come a voler forzatamente inseguire un partner con cui, in fondo, c’è il dubbio di non stare poi così bene … Forse non siamo semplicemente fatti per una relazione monogamica. Donne e uomini sono diversi, soprattutto nel modo di relazionarsi e di tradire, laddove lo facciano: le donne con la testa, alla ricerca di qualcuno che possa farle stare meglio, e gli uomini col corpo, alla ricerca della perfezione estetica. Insomma, la parola chiave è la complicità»
E a Vicenza? Lei afferma: «come noto questa è una città difficile sotto certi aspetti, ma anche molto libera di nascosto direi. E’ pieno di uomini che vanno ai night senza dirlo a fidanzate e mogli: forse dovrebbero andarci con loro, e prima ancora cercare di capire come mai non hanno un livello di confidenza con la compagna tale da poter parlare dei loro impulsi e desideri. E invece restano con la stessa persona per decenni pur standoci male, e soprattutto senza voler approfondire quella complicità alla base dell’amore in senso ampio. E così ci si tradisce, ci si mente, ci si dimentica piano piano … Non sarebbe meglio scegliere consapevolmente e continuamente di stare con i nostri partner?»
Come ne “Le Belve” di Oliver Stone, nel Bertolucciano “The Dreamers” e nel magnifico “Jules e Jim” di Truffaut.
Che però non finiscono bene, purtroppo.
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Info sull'autore: Direttore Responsabile art journalist & more