Il diario di Grace Hall – pt13: la storia del burlesque
Ilaria Rebecchi | Mar 13, 2013 | Commenti 0
Il diario di Grace Hall – pt13: la storia del burlesque
Eleganza e bellezza, tra ammiccamenti e atmosfere in stile New Burlesque: l’indiscussa regina del Burlesque italiano Grace Hall scrive per I Diari di Casanova della sua arte, della seduzione, degli show e della scuola, dei suoi backstage e del suo personaggio.
Il Burlesque: storia, vizi e virtù…
“Burlesque è il termine che definisce un genere di spettacolo parodistico nato nella seconda metà dell’Ottocento nell’Inghilterra Vittoriana ed importato successivamente negli Stati Uniti, dove riscosse grande successo soprattutto fra gli strati di società meno abbienti (per questo veniva anche chiamato the poor man’s follies, le “follies” dei poveri).
Intorno al 1865 venne rivitalizzato grazie ad una trasformazione di stile, genere e contenuti, che gli fece assumere una funzione di spettacolo di divertimento per adulti, imperniato su scene comiche a sfondo erotico o colte a piene mani dall’attualità, danze del ventre, siparietti improvvisati basati su doppi sensi, numeri di equilibristi o giocolieri, canti e danze,trasformandosi via via in un genere più simile al Varietà.”
“La novità dello striptease arrivò molto piú avanti. Per quanto non esista una data realmente documentata per la nascita di questo tipo di performance, in molti affermano che il primo striptease avvenne per caso nel 1917. Si narra che durante uno spettacolo dei fratelli Minsky– che per un certo periodo furono i re del burlesque – si esibisse la ballerina Mae Dix; una sera, durante un’esibizione, a causa di un piccolo incidente tecnico, la signorina Dix finì col perdere in scena buona parte del suo abito: il pubblico fu entusiasta e l’”incidente” divenne parte integrante dello spettacolo.
Il crescente successo del burlesque portò la stampa, guidata da influenti benpensanti, a scagliarsi violentemente contro questa “peccaminosa” forma di spettacolo. In un primo tempo questo fu inutile e non fece altro che aumentarne la popolarità e il numero di biglietti venduti.
A parte pochi casi di artiste che oltre alla performance coniugavano sapientemente anche un cervello (Mea West, Gypsy Rose Lee), per lo più il burlesque diventò uno spettacolo principalmente di spogliarelli inframezzati da comici da strapazzo.Dalla metà degli anni ’20 e per tutto il decennio successivo, chiusero tutti i teatri di burlesque di New York, grazie sopratutto all’inflessibilità del sindaco di LaGuardia, addirittura la parola “burlesque” era diventata fuorilegge. La maggior parte delle artiste finì nei nightclub, mentre le più fortunate ottennero qualche particina a Hollywood.
Le riviste maschili più osé proseguirono a mostrare le eroine del burlesque, anche se solo su carta. La popolarità delle migliori stripteaser non calava, tanto che negli anni ’40 molte di esse riuscirono a crearsi proprie compagnie ambulanti dei cosiddetti “girl show”, mentre alcuni nightclub divennero burlesque club. Visto che la maggior parte dello spettacolo stava, ormai, nella sola esibizione delle artiste, le nuove leve si resero conto che occorreva aumentare l’originalità, l’inventiva, la stravaganza delle performance.Negli anni ’60 nacquero i go-go club: locali in cui si esibiva contemporaneamente un intero corpo di artiste, sul modello delle Folies Bergère. La liberazione sessuale era dietro l’angolo e i tempi erano ormai maturi per la pornografia. Nel giro di pochi anni, il pubblico preferì ai casti burlesque le ben più sfacciate novità dei film a luce rossa.Dal ’65 in poi, il burlesque venne trattato come un reperto del passato Solo negli anni 90 ci fu una vera e propria riscoperta e rinascita del genere. Cominciarono a fioccare gli eventi legati al burlesque: dalle serate nei club ai party nelle discoteche, fino a spettacoli, convention, concorsi e festival.Negli anni si è creata una forte comunità mondiale: Stati Uniti, Canada, Australia, Europa.Ed eccoci ancora qui!”
Volete sapere di più su Grace, le sue lezioni al Tempio del Burlesque e i suoi show?
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Info sull'autore: Direttore Responsabile art journalist & more