Appetiti Afrodisiaci pt18: il tartufo

Andrèe Formier ci racconta di avventure amorose e cucina, tra ricette e curiosità appetitose sull’arte del sedurre cucinando (prima, dopo o durante)..

Il re degli afrodisiaci a voi presento, colui che fu assaporato dallo stesso Casanova la sera prima di scoprire la vera identità del suo amato Bellino: il tartufo.

È dalla seconda metà del Quattrocento che in Europa il suo mercato è in continua espansione, che è apprezzato e rinomato sulle tavole di ogni buongustaio. I medici dell’epoca consigliavano ai vecchi di alimentarsene se fossero stati sposati con belle donne, così da poterle soddisfare com’esse si meritavano.

Gli eruditi del tempo lo definivano un eccitante della lussuria, servito spesso nei pruriginosi banchetti di uomini ricchi e raffinatissimi che desideravano essere meglio preparati ai piaceri di Venere.

Ma è solo nel Novecento che si è avanzata un’ipotesi scientifica della sua virtù afrodisiaca. Così come le scrofe impazziscono e raspano con furia il terreno per cercare il prelibato tubero, perché gli ricorda l’odore del maiale, il cui ferormone contiene l’androstene, stessa sostanza contenuta nel tartufo, così l’uomo che ne assaggia una lacrima corre a “raspare” (concedete il francesismo) la sua donna.

E se non basta l’analogia con il mondo animale, a Gubbio, nel 2011, si è svolto un esperimento: venti cavie, di cui dieci avevano annusato ed assaggiato il tartufo e dieci no. Raggruppate in una sala, gli è stato richiesto di guardare foto di modelli e modelle e di dare ad ognuna un voto. Il risultato? I primi dieci hanno dato voti altissimi, mentre la seconda decina è stata più morigerata nella votazione.

Buona raspata a tutti e buoni appetiti afrodisiaci!

 

Categoria: Cibo

Tags:

Info sull'autore: Direttore Responsabile art journalist & more

RSSCommenti (0)

Trackback URL

Lascia un Commento