MARCO CHIURATO: Fucking Artist tra nulla, provocazione, riflessione e sessualità

 

Casanova Diaryè il blog del Direttore Ilaria Rebecchi frutto della collaborazione tra idiaridicasanova.it e nuovavicenza.it, dove si illustreranno alcune realtà della seduzione e dell’eros, tra arte, commercio e quotidianità

Un’arte provocatoria e brillante nel vivace scontro di identità e tematiche attuali, tra il sesso e la società, l’uomo e il sacro.
Marco Chiurato nasce a Marostica nel ’73 e inizia a lavorare come pasticcere: «Sono morto in pasticceria all’età di 16 anni, dopo tre giorni sono resuscitato per motivi di famiglia, morendo nuovamente un po’ alla volta negli anni per poi rinascere con l’arte nel 2005. Oggi mi esprimo con il mio pensiero e non quello del curatore, e creo le opere con le mie mani e non con quelle degli altri»

«Il mio percorso è breve», aggiunge, eppure Marco ha esposto negli anni presso Saloni del Mobile e le più importanti fiere di settore, dal Triennale Design Museum di Milano al Prague Contemporary Art Festival, dalla Giornata del Contemporaneo del Padiglione Veneto in Biennale a Palazzo Valmarana, con performance video-artistiche e sculture che hanno attirato l’attenzione di pubblico e critica.
Tra gli esempi più interessanti “SuiciDIO”, “Annuncio Epigrafe Cleto Munari”, ma soprattutto “Io Odio Marco Chiurato”: «Non l’ho creato io ma la mia seconda personalità. Caro lettore io non ti conosco, ma mettiamo il caso che domani mattina venga nel tuo paesino e inizi a dire che sei una merda: il 90% delle persone ci crederà. Se poi per sbaglio venissi a sapere che di te parlano male Oliviero Toscani, Victoria Cabello e Renzo Rosso, la mia invidia nei tuoi confronti aumenterebbe e tu avresti raggiunto lo scopo! »

Marco si definisce un ‘Fucking Artist’, si è anche fatto immortalare completamente nudo dalla geniale fotografa vicentina Angela Lovedaysi era innamorata di me e ha fatto il possibile per fotografarmi, alla fine ho ceduto»), ha in serbo un nuovo progetto-performance in cui corpi femminili ricoperti di zucchero si scioglieranno alla luce svelando forme e intimitàAspetto un curatore che ci dia un senso!»), e sembra trovare in disperazione e angoscia le sue muse nella fase creativa, ma anche nell’attualità, come nel caso di “nato un Papa se ne fa un altro”, performance artistica ispirata alle recenti dimissioni di Benedetto XVI, perché «per fare un papa new non serve che quello old muoia».

Con “Sexhibitionism” poi, Chiurato ha (di)mostrato la sessualità contemporanea come bisognosa di sacralità, quasi suggerendo il profilattico come impossibilità di procreare e al contempo impedimento dell’insostenibile sofferenza per un altro, nell’ostentazione di culi e tette d’asporto con destinazione fissata nel piacere di una sigaretta dopo l’amplesso:
«Essendo un finto artista che continua a cambiare metodi di lavoro, tipologia di opere e concetti, e non essendo come un vero artista che ripropone negli anni la stessa opera modificata nel colore e nel titolo, a margine di una mostra vissuta e distratto dalle mie nuove opere, lascio spazio alle parole di Domenico Patassini: “Come in un teatro di posa uomini e donne sono colti nell’anonimato, nell’apparire di una sessualità onnipresente che nella cultura moderna rivela in maniera goffa il bisogno di sacro.  Il frastuono parigino, sotterraneo e costipato, nasce dalla frenesia, dall’esibizione ripetuta, anonima e sullo sfondo paesaggi popolati da corpi senza volto coperti da un velo bianco: donne o uomini? Difficile resistere e far valere la propria identità” ».

Arte e sesso nello scabroso e naturale incontro di motori universali immortali:
«ho mollato l’arte contemporanea per il sesso ed il sesso per l’arte contemporanea, fino a quando ho capito che unendo le due cose…! Propongo a te di essere sottoposta ad un intervento artistico sul tuo corpo per farti capire e farti comunicare: cosa può scandalizzare al giorno d’oggi? A Marostica o a Teheran? ».

Marco Chiurato fotografato da Angela Loveday

Marco Chiurato fotografato da Angela Loveday

Accettiamo la sfida, e se  la vera ispirazione delle opere di Marco è «il nulla, Provocazione al 10% e Riflessione al 90%», per tanto estro creativo viene da chiedersi se la tranquilla Marostica, anzi Vicenza, non sia un freno per la sua creatività.
Marco è chiaro: «Per fortuna ho il cervello che viaggia! »

http://www.nuovavicenza.it/2013/03/chiurato-il-fucking-diventa-arte/


 

Categoria: ArteCasanova Diary - LaNuovaVicenzaInterviste

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